Popillia japonica – coleottero giapponese

La Popillia Japonica, comunemente conosciuto come coleottero giapponese, è un insetto infestante originario del Giappone particolarmente aggressivo, appartenente alla famiglia degli scarabei. Per gli ingenti danni economici che può provocare è considerata dalla normativa fitosanitaria un organismo nocivo da quarantena, perché causa erosioni gravi a foglie, fiori e frutti, oltre a danneggiare manti erbosi.

Gli adulti hanno una lunghezza di circa 10 mm e sono verde metallico con riflessi bronzei sul dorso. Si contraddistinguono anche per 12 ciuffi di peli bianchi (ai lati dell’addome e nella parte terminale). Proprio questi ciuffi permettono di distinguerli dal maggiolino degli orti.

Il coleottero è stato ritrovato per la prima volta nel parco del Ticino (al confine tra Lombardia e Piemonte) nel 2014 e da allora il Servizio fitosanitario di Regione Lombardia ha messo in atto un piano di controllo, secondo standard fitosanitari nazionali e internazionali.

Dagli ultimi giorni di maggio, gli adulti di Popillia japonica cominciano a emergere dai prati e dai giardini dove hanno trascorso l’inverno in stato di larva.

Sovico rientra nei i Comuni classificati “zona infestata”: il decreto ministeriale del 22 gennaio 2018 pone obblighi e divieti solo per coltivatori e/o rivenditori di piante e per i produttori di prato a zolle. In altre aree, per ridurre la popolazione, il Servizio fitosanitario esegue trattamenti insetticidi, trattamenti con mezzi biologici o con sostanze di origine naturale, diserbi eccetera.

Rientrando nelle zone infestate, come riportato nella D.d.u.o. 4 settembre 2020 – n. 10233 “Aggiornamento dell’area delimitata per la presenza della popillia japonica newman in Lombardia” sul territorio comunale di Sovico non sono obbligatori interventi di contenimento del parassita.

In giardini, orti e frutteti familiari si consiglia a inizio infestazione la raccolta manuale degli adulti (quando possibile) perché, avendo questo scarabeide un comportamento gregario, la presenza dei primi adulti ne attira altri; anche le lesioni a carico di fiori e frutti, liberando particolari composti volatili, sembrano avere un forte potere attrattivo. La raccolta manuale va fatta nelle prime ore del mattino, quando gli adulti sono poco reattivi (sopra i 21-22 °C se disturbati volano via facilmente) per esempio facendoli cadere in contenitori sormontati da un imbuto.

Nell’impossibilità di raccogliere gli adulti sulla vegetazione, si deve ricorrere a trattamenti con insetticidi ma è bene evitarne un uso indiscriminato all’uso ripetuto di insetticidi chimici soprattutto su piante in fiore, in quanto risulterebbero dannosi anche agli utilissimi insetti impollinatori.

Si suggerisce di affidarsi sempre a professionisti del settore per eventuali trattamenti chimici o biologici di lotta integrata. Gli stessi, se muniti di patentino per l’acquisto e l’utilizzo di prodotti fitosanitari, possono utilizzare prodotti per uso professionale sicuramente più efficaci, possono usare tecniche e attrezzature più idonee o prodotti ecocompatibili oppure antagonisti naturali, non dannosi per insetti utili, animali domestici e persone.

Vista l’epoca di sfarfallamento degli adulti e la durata media della loro vita, in genere le popolazioni diminuiscono notevolmente a partire dalla seconda o terza decade di luglio.

Per info: https://www.ersaf.lombardia.it/it/servizio-fitosanitario/home-page-servizio-fitosanitario/organismi-nocivi/insetti-1544624942/pagina-popillia