Storia

I PRINCIPALI DATI IDENTIFICATIVI DEL COMUNE
Provincia: MONZA E BRIANZA
Regione: LOMBARDIA
Nome abitanti: Sovicesi
Numero abitanti :  “Quanti siamo”
Superficie: 3,25 kmq
Altitudine: 221 m. s.l.m.
Festa Patronale: quarta Domenica di ottobre Santi Simone e Giuda
Giorno di mercato: Sabato

 

Le blasonature dello stemma e del gonfalone:
Lo stemma ed il gonfalone sono stati riconosciuti con Decreto del Presidente della Repubblica in data 12/4/2001 – trascritto nel Registro Araldico dell´Archivio centrale dello Stato in data 16/5/2001 e registrato nei Registri Ufficio Araldico in data 28/5/2001 pag. 47.
SOVICO: DOVE SI TROVA E PRINCIPALI INFRASTRUTTURE
Sovico è situato nella parte bassa e centrale della Brianza dove le colline e i poggi caratteristici di questa zona vanno gradualmente spegnendosi nell´ampia pianura che si apre a settentrione di Milano, nella quale sorgono gli importanti centri di Monza (che si trova a 7 Km. sud) , Desio, Lissone, Seregno, Carate Brianza. Si trova a 25 km. A nord di Milano.
A est è attraversato dal corso del fiume Lambro, che scorre da nord a sud, segnando il confine con Triuggio; a nord confina con Albiate; a ovest con Seregno e Lissone; a sud con Macherio, con il quale è conturbato anche se la rete ferroviaria Seregno- Ponte San Pietro fa da confine naturale.
Il territorio è interessato in direzione nord-sud dalla strada Provinciale n. 6 Monza – Carate. Questa nuova direttrice ha sostituito la storica nord-sud rappresentata dalla via Giovanni da Sovico, in cui passava anche la tramvia Monza-Carate, entrata in servizio nel 1880 e rimasta nella sede fino allo spostamento sulla nuova provinciale nel 1932, quando fu anche elettrificata. La tramvia venne abolita nel 1960.
La ferrovia Seregno – Ponte San Pietro, aperta all´esercizio nel 1888/9, attraversa il territorio comunale da ovest a est.
La configurazione geologica del territorio trovò, in un sovicese d´adozione, il dottor Arturo Riva, il suo indagatore, illustratore il Dr. Riva, figura poliedrica (fu anche valente farmacista, Sindaco e Consigliere Provinciale Democristiano) diede alle stampe molte ricerche che gli valsero anche il titolo di “geologo della Brianza”. L´Amministrazione Comunale, nel 2004, gli ha dedicato la piazza “istituzionale” del paese e il libro succitato, distribuito a tutte le famiglie sovicesi.
LE ORIGINI DEL NOME “SOVICO E ALCUNI UOMINI ILLUSTRI DELLA FAMIGLIA “DEI SOVICO”
La posizione elevata del centro abitato sembra aver dato origine al toponimo, che sembra derivare dal latino “summus vicus”; il nome mutò poi in “Suigum” e “Suycum” (in dialetto “Suvigh” o “Suigh”), volgarizzandosi infine nella forma attuale di Sovico. Il primo documento che attesta l´esistenza del paese è una disposizione testamentaria dell´arcivescovo di Milano, Ansperto da Biassono, a favore del diacono Ariprando, suo nipote, datata 11 novembre 879.
Alla famiglia dei Sovico (in origine i cognomi non esistevano ed erano sostituiti dal paese di origine) appartennero uomini illustri di cui si dà notizia nel libro di Eugenio Cazzani. Ne citiamo solo due perché i loro nomi trovano riscontro, di diverso tipo, in paese.
Il primo è “Giovanni da Sovico” a cui è intitolata la via principale e storica di Sovico. Siamo nel 1448, anno in cui nacque la Repubblica Ambrosiana a seguito del tramonto del principato dei Visconti. “Giovanni” fu uno dei dodici cittadini eletti per la difesa della libertà; i dodici vennero appunto chiamati “Capitani e Difensori della Libertà” e giurarono “di impegnarsi a difendere la libertà ad ogni costo”.
Il secondo è un frate domenicano, “Teodoro da Sovico”, che partecipò alla riforma culturale del cinquecento cristiano, affrontando il problema della confessione, negata dal protestantesimo in nome della libertà di coscienza. Egli scrisse, infatti, “Il Confessionario”, pubblicato nel 1495 e riedito nel 1505 a Milano. L´Amministrazione Comunale, nel 2004, ha acquistato una delle poche copie del libro ancora disponibili, che ora si trova presso la Biblioteca Civica Aldo Moro.
IL PATRIMONIO ARTISTICO, STORICO E PAESISTICO-AMBIENTALE
Riportare e commentare il patrimonio artistico, storico e paesistico-ambientale, dandogli una collocazione nella storia del paese significa anche renderci conto di come il paese si è evoluto, dove e come ha inteso creare le strutture e fornire i relativi servizi ricavandone anche un giudizio qualitativo.
Il Castello
Massimo Fabi, in “Grande illustrazione del Lombardo-Veneto”, Milano 1857, scrisse: “Sovico….qui era un castello i cui ruderi furono distrutti in questo secolo”. Questa asserzione sembra convalidata dal fatto che in località Vecchia Osteria (Via Cavour con la piazzetta del “pozzo”) sono rimasti il nome di via Castello e i grossi muri di alcune case (m1,20 di spessore nel cantinato), i quali potrebbero essere avanzi dell´antico maniero. La costruzione potrebbe risalire al ´200/300, epoca delle lotte fra i Torriani e i Visconti.
Dimora di campagna dei Visconti.
Si tratta dell´edificio che si trova all´angolo fra via Umberto I° e piazza Garibaldi con la finestra a sesto acuto, la cornice ad archetti su fondo bianco e le possenti mura.
La villa Giovio della Torre, poi conti Rossi-Martini ed il relativo giardino (sec. XVII°/XVIII°) già identificabile in carta topografica del 1838. Negli anni ´50 è stata acquistata e ristrutturata da un privato.
Le Cascine Virginia, Greppi, Visconti, Canzi, che costituivano i capisaldi del paesaggio agrario della pianura circostante il paese.
Il locale macina di Molino Bassi. Molino Bassi è certamente antico: la sua presenza è segnalata nel rilevamento dei mulini sul fiume Lambro effettuato dall´Ing. Pietro Antonio Barca nel 1615. L´area di Molino Bassi si trova nel Parco Regionale della Valle del Lambro. Esistevano 5 ruote idrauliche che facevano funzionare 5 macine per la produzione di farine da cereali diversi e di olio. Nel 1966 ha chiuso l´ultimo mulino che è quello di cui è conservato il locale macine, ora di proprietà dell´Amministrazione Comunale.
Le 2 Chiese: quella “Vecchia” (XII/XIII° secolo) e quella “Nuova” (1935).
Sovico è sicuramente fra i pochi paesi e città ad avere una piazza con due Chiese. Un´interessante singolarità.
La Chiesa “Vecchia”: sorse nel secolo XVI° secolo sul sedime della Chiesetta di San Fedele Martire (sec. XII°) modificata con successivi ampliamenti fino al 1827, quando il campanile cadde addosso alla Chiesa distruggendola, per fortuna senza danni alle persone. La Chiesa fu ricostruita nel 1830 e nuovamente ampliata negli anni 1885-1893. La Chiesa, così ampliata, fu consacrata nel 1901. Non è dato sapere quale fu il motivo per cui la Chiesa ricostruita intorno e sul sedime di quella dedicata a San Fedele, venne invece dedicata a Cristo Re e ai Santi Apostoli Simone e Giuda.
La Chiesa è sconsacrata e inutilizzata dal 1935.
Nel momento in cui scriviamo, sembrano esistere prospettive per portare a soluzione il problema dopo che la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano, nel dicembre 2004, dopo uno specifico sopralluogo, richiesto dalla Parrocchia e dall´Amministrazione Comunale, ha escluso la possibilità di abbattimento e ne ha decretato e imposto il recupero.
La Chiesa “Nuova”
La nuova Chiesa fu edificata a partire dal 1930 e venne consacrata nel 1935. Progettista fu l´Arch. Giovanni Barboglio di Bergamo. La Chiesa fu consacrata il 25 ottobre del 1935, domenica di Cristo Re, dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano.a